STRESS LAVORO CORRELATO E SMART WORKING

La pandemia Covid – 19 ha certamente messo al centro dei rischi aziendali l’ansia, il malessere, il disagio, il senso di isolamento e di distacco sociale.

Lo smart working, strumento prima scarsamente utilizzato dalle aziende italiane, è diventato prima un salvagente di urgenza emergenziale e poi , con più consapevolezza, una modalità innovativa di concepire il lavoro, con una serie di criticità pratiche che sono da valutare nella loro concretezza e soggettività; è venuto quindi il momento di riconoscere l’importanza di avere valutazioni specifiche coerenti alla situazione attuale presente in azienda, anche al fine di supportare e ponderare al meglio le scelte aziendali nell’utilizzo dello smart working quale strumento innovativo e funzionale.

L’attività in smart working presenta infatti dei requisiti minimi da rispettare, definiti da norme pregresse e dall’INFORMATIVA SULLA SALUTE E SICUREZZA NEL LAVORO AGILE AI SENSI DELL’ART. 22, COMMA 1, L. 81/2017 in parte indubbiamente disattesa durante l’emergenza Covid. I tanti disagi dovuti a questo lungo periodo tanto differente dall’ordinario sono anch’essi rischi specifici da valutare, sotto la responsabilità del datore di lavoro.

L’equivoco tra lavoro agile e telelavoro, indotto dal periodo di lockdown, è stato in alcune situazioni molto impattante.

COVID: COSA E’ CAMBIATO RISPETTO AL RECENTE PASSATO

Lo schema riassuntivo dei dati oggettivi inerenti lo stress in azienda è stato indubbiamente stravolto nella sostanza dal periodo pandemico, tra pianificazione di recuperi delle ferie passate non godute, un incremento di malattie, maggiori turnover soprattutto in uscita del personale senza contratti stabili, pre-pensionamenti ed in alcuni specifici vi sono stati interi settori particolarmente colpiti dalla crisi.

Vi è stata inoltre una differente incidenza di infortuni, dovuta ad un differente approccio e presenza in loco rispetto all’ordinarietà acquisita nelle attività quotidiane. Il Team tecnico di Imprendo ha impostato, in virtù dell’esperienza avvenuta a supporto dei comitati anti-covid di importanti strutture, uno strumento valutativo partecipato e utile per la comprensione dei disagi tipici del periodo pandemico, per valutare la presenza dei requisiti minimi richiesti dalla normativa vigente per lo smart working e per condividere soluzioni efficaci a tutela dell’azienda e del benessere dei lavoratori, nel rispetto delle responsabilità del datore di lavoro inerentemente a questo tema.

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